Io trovo la moda molto interessante. Normalmente mi ci avvicino per darmi un aiuto nel riflettere su cosa far indossare ai personaggi che disegno, e mi appassiona la creatività di alcuni stilisti, l'innovazione di quelli emergenti e, soprattutto, le pazzie. Non le cafonate! La Chiesa avrebbe dovuto bruciare i camperos bianchi, non i libri di Harry Potter. Ecco, in generale, anche quando mi soffermo sulla moda di strada giapponese dei giovani che imperversano per Harajuku, a Tōkyō, non riesco ad inorridire, anzi: anche se mi imbatto quasi sempre in abbinamenti assurdi e in persone che indossano cose concepite inizialmente per farci tutto meno che indossarle, a me piace. Mi piace il coraggio, mi piace la fantasia che trasudano certi insiemi, e mi piacciono i contrasti.
[Nota bene: parlerò spesso di Giappone; immagino che il fatto che sia laureata in giapponese conti molto, ma, nella fattispecie, tra un paio di mesi andrò per un paio di settimane a Tōkyō e Kyoto, quindi il mio entusiasmo per questa cosa raggiungerà e supererà picchi in direzione dell'isteria per cui molto presto mi odierete!]
Per farvi un'idea di cosa potreste trovarvi davanti camminando per Harajuku, cliccate questo sito e meravigliatevi!
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"You know, it's not like I'm some modern punk, dickhead! It's obviously a 1977 original punk rock look, but I guess Johnny Fuckface over there is too stupid to realize it!" |
E poi ci sono le Harajuku girls, quelle che Gwen Stefani ha trasformato in una specie di giocattolini per macchinette automatiche e in profumi che vorrei collezionare tutti ma senza spruzzarmeli addosso.
Indovinate quale di queste è così assurda che non esiste, ma me la sono inventata?*
*Soluzione: nessuna. Controllate il sito di poco sopra e mi crederete.
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